Nel mondo del tè l’isola dello Sri Lanka è conosciuta per le sue numerose piantagioni che si sviluppano a diverse altitudini. A tempi della conquista europea l’interesse principale era la produzione e il commercio di spezie, in particolar modo la cannella, sostituita dal caffè nella prima metà del XIX secolo. Ma nel 1870 un fungo detto “ruggine del caffè” (Hemileia Vastatrix) devastò queste piantagioni che lasciarono spazio alla coltivazione intensiva della Camellia Sinesis.
La storia del tè di Ceylon iniziò nel 1824 quando la pianta venne introdotta nei Giardini Botanici Reali di Peradeniya. Nel 1867 James Taylor, che in India aveva studiato l’arte della produzione e lavorazione del tè, inaugurò la coltivazione nel giardino di Loolecondera, a Kandy, dando inizio alla florida industria del tè che vedrà, nei decenni successivi, il successo di Sir Thomas Lipton e di tante altre aziende che vivono tutt’ora dell’esportazione del prodotto, soprattutto in Europa.
Lo Sri Lanka produce rinomati tè neri con il metodo ortodosso (appassimento delle foglie, rullatura, ossidazione, essiccazione e selezione) ed anche tè industriali a lavorazione CTC (schiacciare, strappare, arrotolare). Alcune curiosità: nel mondo del tè si parla di tè di Ceylon anche se l’isola oggi viene riconosciuta con il nome di Sri Lanka. I tè vengono classificati anche in base all’altitudine di coltivazione e a tutela della loro qualità l’ente Sri Lanka Tea Board ha creato un sistema di protezione e controllo per garantire il rispetto degli standard qualitativi di produzione del tè, che viene certificato attraverso il logo del Leone.
Dilmah, fondata nel 1988 da Merrill J Fernando, è una marca di tè dello Sri Lanka per la quale Natfood è distributore esclusivo per L’Italia. Il catalogo prodotti mi ha colpita per il gusto nelle varianti tè nero aromatizzato ai frutti, un ottimo prodotto che potete trovare nei migliori bar.