Le prime piantagioni del Kenya, ex colonia britannica, risalgono agli inizi del Novecento e da allora il paese è uno dei maggiori produttori ed esportatori di tè dell’Africa. Il tè venne importato dall’India da G.W.L Caine e a Limuru si può visitare la piantagione Kiambethu, divenuta luogo storico.
Il Kenya produce soprattutto tè nero prevalentemente usato per produrre blend (miscele) o tè aromatizzati, ma recentemente il mercato ha iniziato a diversificarsi proponendo anche tè verde e tè bianco. La fortuna del Kenya è sicuramente il clima africano che consente alla pianta di produrre sempre nuove foglioline garantendo una raccolta costante. Molte piantagioni si trovano a ridosso della Rift Valley, tra il monte Kenya e il lago Vittoria, una zona naturalmente ricca di precipitazioni. Il metodo di lavorazione maggiormente utilizzato è quello industriale, detto CTC, ma anche il sistema ortodosso viene applicato per le produzioni di qualità. Il tè kenyota si contraddistingue per il sapore deciso e forte e il colore rosso intenso molto amato dagli europei.
Nell’immagine un tè nero della Kangaita Tea Factory Company Limited che si trova alle pendici del Monte Kenya.
Articolo pubblicato sul magazine Dolce Vita online