Lo stato della Georgia, in russo Grusinia, è situato fra la costa orientale del Mar Nero e il Caucaso che secondo una convenzione è uno dei confini naturali tra Europa e Asia. Questa terra di confine, spesso territori di scontri, vanta una lunga e antica tradizione nella coltivazione del tè.
L’arrivo del tè in Georgia si deve allo spirito imprenditoriale del principe Miha Eristavi. Dopo un viaggio in Cina, dove aveva avuto modo di assaggiare alcune varietà, intravvide la possibilità data la somiglianza del clima tra Cina e Georgia occidentale, di poterlo coltivare anche a casa. Già nel 1864, il principe Eristavi presentava il tè georgiano all’Esposizione Universale di San Pietroburgo. Nel frattempo la produzione si specializzò sempre di più nell’elaborazione di tè pregiati. Venne fondato ad Anaseuli, città della Georgia occidentale, il “Tea and Subtropical Cultures Research Institute”, presso il quale venivano studiate e sperimentate nuove produzioni di tè anche aromatizzato, in vista della richiesta del mercato. Così la Georgia diventò una grande esportatrice di tè in Russia ma la troppa richiesta da parte di quest’ultima comportò un inevitabile declino qualitativo.
Oggi c’è un tentativo di riscoperta del tè georgiano grazie al sostegno alla produzione da parte dello Stato. Il tè da cui cominciare è il Black Grusinia. Viene prodotto solo da piante di varietà sinensis provenienti originariamente dalla Cina che crescono selvatiche. Le foglie si presentano sottili, lunghe e scure. L’infuso è dolce ma deciso di un rassicurante colore bronzeo, ottimo per i periodi freddi.
Articolo pubblicato su Dolce Vita Magazine